Stamattina mi sono svegliata convinta fosse già il giorno dell'incontro del Sofà dei lettori...
Ero felicissima!!! Finalmente incontrerò di nuovo quelle persone che l'anno scorso mi hanno fatto pensare, ridere, commuovere e meditare...
Ma l'incontro è domani, oggi è domenica!!!
Devo aspettare ancora un po'. Devo pazientare!!!
Intanto vi lascio qui il commento scritto su Anobii da Cristina, una componente del gruppo, che rispetta in pieno il mio pensiero... Siccome la recensione è simpatica, arguta e azzeccatissima, ve la giro!
Purtroppo lo sto leggendo fuori tempo massimo per apprezzarlo davvero.
Colpisce la fantasia vivida, l'immaginazione quasi cinematografica delle scene di lotta, e la pochezza tragica (a volte persino imbarazzante da leggere) dei dialoghi.
Povero Salgari, costretto a cacciarci anche una storia d'amore in questo suo romanzo, quando si vede benissimo che avrebbe preferito far saltare il suo eroe da un duello con la sciabola ad un arrembaggio a suon di cannonate.
E infatti appena abbrancata la fanciulla del suo cuore (e pure prima) il buon Sandokan viene invaso da dubbi e rimpianti per la vita da pirata, ben più eccitante di quella da pantofolaio che gli si prospetta.
Anche non sapessi degli infiniti seguiti, dubiterei di molto della possibilità di sopravvivenza della Perla di Labuan oltre il prossimo tomo.
Provo a fare alcune considerazione diciamo "di equità sociale"? Tentativo ambizioso che probabilmente fallirà in maniera tragica.
Sandokan (a parte il troppo testosterone e le poche sinapsi funzionanti) è indubbiamente coraggioso, temerario e romantico. Salgari si sente in dovere di dargli nobili natali e un tragico passato, ma colpisce che non sia un europeo o comunque un bianco. Ancora oggi è difficile trovare protagonisti con questa caratteristica, persino nella nostra epoca ipocritissimamente politically correct.
Purtroppo il trattamento che viene inflitto ai tigrotti è ben diverso. Son coraggiosi, per carità, ma vengono trattati poco più che come carne da cannone, lì solo per dimostrare la loro cieca fedeltà al Sandokan, anche quando questi prende decisioni col caz.. coi piedi.
Concetto che ci viene incultato dall'inizio del libro, quando c'è un dialogo a dir poco esilarante:
Dimmi malese, disse la Tigre, piantandogli in viso due occhi che mettevano paura, sai come è morto il Ragno di Mare?
Si, rispose Patan rabbrividendo, nel vedere il pirata tanto accigliato.
Quando io monto all'abbordaggio, sai quale è il tuo posto?
Dietro di voi
E tu non c'eri e qui il Ragno è morto in vece tua
E' vero, capitano
Dovrei farti fucilare per questa tua mancanza, ma tu sei un prode e io non amo sacrificare inutilmente i coraggiosi. (Ma va, ne ha appena mandati una cinquantina a mangiare radicchio dalla parte delle radici e per una donna che non ha mai nemmeno visto!)
Al primo abbordaggio tu ti farai uccidere alla testa dei miei uomini.
Grazie, Tigre!
A me viene da dire: Grazie al ca.. Tigre!
Poco dopo: Sabau, chiamò poscia Sandokan. (omissis) Sei stato tu il primo a saltare dopo di me sulla giunca?
Si, Tigre.
Sta bene. Quando Patan sarà morto (notare bene, non SE, ma QUANDO), tu gli subentrerai nel comando.
E io risponderei: Grazie, Tigre, ma quella posizione lì c'ha un filo troppo di turn over. Mi sa che io rinuncio, và. Mi basta un panettone a Natale, ed una gratifica in busta paga.
Marianna sta lì solo per essere una bella statuina e per dare all'azione del pirata una spolverata di romantico, ma Salgari le da sorprendentemente un passato molto diverso da quello che mi aspettavo. La fa viaggiare giovanissima per mare e la dota di coraggio e spina dorsale. Si vede che potendo ne avrebbe fatto una piratessa ben degna di cotanto (idiotico) protagonista. Purtroppo invece vira sulla classica eroina svenevole e angelicata. Una occasione persa, ma comprensibilmente vista l'epoca in cui il libro è stato scritto.
Per ultimo Yanez, che invece come personaggio mi è piaciuto molto. Pur negli eccessi della narrazione ha buon senso, coraggio con cervello, e lealtà anche quando il buon senso avrebbe consigliato di badilare il giovane eroe e fuggire di gran carriera lontano mille miglia.
Fossi stato un Tigrotto io avrei buttato a mare Sandokan e seguito Yanez.
E gli inglesi? Beh, stan lì perchè un cattivo ci deve essere ma sono a dir poco inefficienti e incapaci. Pure il malvagio zio di Marianna è un cattivo da cartolina, privo di vero spessore. Sono più bravi sul mare, e le scene di battaglia sono davvero entusiasmanti, almeno per me.
Nel complesso sono contenta di averlo letto, ma non credo leggerò altro di questo scrittore, almeno per un poco di tempo.
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